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Il piacere di scrivere: la lavorazione della celluloide
Storia della celluloide

Handcrafting

Il piacere di scrivere: la lavorazione della celluloide

20.09.2021

Il piacere di scrivere

Leggera, elastica, impermeabile e infrangibile, la celluloide è un materiale impiegato in vari ambiti per numerose lavorazioni. A farne uno dei materiali più utilizzati nella produzione di penne stilografiche sono la sensazione unica che suscita al tatto, confortevole e vellutata, e la sua capacità di assumere colori diversi. 

Oltre a una combinazione cromatica infinita, la celluloide permette l’inserimento di altri elementi al suo interno, come dettagli in madreperla e avorio, polveri colorate e fili metallici e può essere marmorizzata, striata o laminata. Ma quali sono le sue origini?

Tanti nomi diversi per indicare un materiale unico

Ideata intorno al 1863, la celluloide nasce dalla miscelazione di cellulosa con acido nitrico e alcolato di canfora. Da materiale molle e malleabile, diventa rigido e resistente dopo un processo di essiccazione o stagionatura mirato a eliminare i residui di umidità. 

Come spesso avviene, l’appellativo del materiale fa riferimento al nome del marchio che l’ha brevettato, la Celluloid Manufacturing Company. Ma, negli anni, le aziende più conosciute nella produzione di penne le attribuiscono nomi diversi e fantasiosi per farlo proprio. Per fare alcuni esempi: la Parker lo chiama Permanite; la Sheaffer, Radite; la Carter, mescolando la celluloide con la madreperla, lo nomina Pearltex.

Per alcuni, il primo esemplare prodotto con la celluloide è il Lifetime, messo a punto nel 1924 da Sheaffer. Con un pennino particolarmente rigido, questa penna si prestava bene soprattutto alle mansioni d’ufficio. Per altri, la prima casa produttrice a sfruttare questo miracoloso materiale su larga scala è invece LeBoeuf, che dal 1920 lo utilizza per la progettazione di tubature. Per altri ancora, uno dei primi esemplari di penne stilografiche a essere forgiato con la celluloide è il Patrician di Waterman, disponibile già nel 1929 in diverse varianti di colore, fra cui turchese, agata e smeraldo.

La celluloide per fare le penne

Una storia recente

La storia della celluloide ha inizio a fine Ottocento per merito di un chimico inglese che, da una sua intuizione, genera un materiale semisintetico. La Parkesine di Alexander Parkes viene in seguito meglio conosciuta come Xylonite e qualche anno dopo passa il testimone alla scoperta degli Hyatt, i fratelli americani che brevettano la formula del nitrato di cellulosa, la prima forma di celluloide per come la conosciamo oggi. L’obiettivo iniziale di questo nuovo materiale è sostituire l’avorio per la realizzazione di palle da biliardo; l’esito, invece, è un inaspettato successo in ambito odontoiatrico.

Il Novecento è decisamente il secolo d’oro per la celluloide. Sono questi gli anni del suo impiego nella costruzione di aerei e pellicole del cinema. Negli anni ‘40, tuttavia, con il grande successo delle resine plastiche, la celluloide viene abbandonata dalle aziende produttrici di penne più commerciali, mentre continua a essere scelta dai marchi più prestigiosi per la creazione di stilografiche in edizione limitata.

Collezione Asia

Fra i marchi storici capaci di dare seguito alla tradizione delle penne in celluloide c’è anche Visconti. La collezione Asia è un perfetto esempio di come questo materiale riesca a essere estremamente espressivo e funzionale. L’ispirazione per questa penna stilografica in edizione limitata deriva dal legame inscindibile che mette in relazione l’uomo con la natura come ce lo racconta la filosofia asiatica. 

La rappresentazione di questa profonda connessione è data dalla silhouette della penna, progettata per rimandare alla forma della canna di bambù, una pianta conosciuta per la sua capacità di contrastare l’inquinamento. Forte e flessibile come il bambù, la celluloide è il materiale che meglio riesce ad adattarsi alle varie esigenze di scrittura e ai vari contesti: rappresenta la fluidità di pensiero che abbraccia nuove prospettive e culture. 

Gli elementi in colori diversi che compongono il fusto e il cappuccio sono accostati secondo un perfetto equilibrio cromatico che evoca la visione del mondo orientale. Il design non convenzionale della stilografica Asia è dunque l’emblema dell’armonia in cui possono coesistere uomo e natura, a dimostrazione del fatto che anche un materiale plastico come la celluloide, se sapientemente lavorato, può inserirsi in un contesto del tutto naturale.

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